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Paesaggi e scorci della marca trevigiana riappaiono nelle foto di Raffaella Giardini come delle visioni di altri tempi.
Treviso, il lungo Sile, Valdobbiadene e i suoi vigneti sono luoghi familiari carichi di ricordi e di visioni di un’infanzia lontana. Emerge un particolare sentimento commisto di serenità, nostalgia, malinconia che trasfigura i paesaggi e le vedute restituendoci una visione sbiadita,trasognata, consumata.
Dopo la chiusura della Polaroid e il progressivo esaurimento delle pellicole in commercio, l’evoluzione della ricerca di Raffaella Giardini è indirizzata verso l’indagine di altri strumenti fotografici come la pellicola impossibile e l’iPhone, impiegati nella serie Metamorfosi, Valdobbiadene, Ferrovia Locale, Ritratti.
Nella produzione recente le foto sono realizzate con la reflex ed elaborate con l’iPhone grazie a particolari applicazioni che permettono un’azione diretta ed immediata. Nella serie dei Ritratti Raffaella coglie i passanti nelle diverse situazioni come un’invisibile spettatrice della loro vita. La delicatissima elaborazione del chiaroscuro riesce a focalizzare tutta l’intensità espressiva dei volti, che conservano la freschezza e la spontaneità della presa diretta reale. La luce sembra consumare le forme ed assorbire lentamente l’immagine in uno spazio lirico senza tempo.